domenica 8 settembre 2019

Vegano-Veghiano Risposta della Accademia della Crusca

Lo scorso 3 settembre 2019, la Accademia della Crusca ha risposto al mio quesito riguardo a eventuali regole grammaticali sull'uso di "vegano" o "veghiano" riguardanti l'argomento FANTASCIENZA.
http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/vegano-veghiano

Di seguito analizzerò e commenterò questa risposta mettendola in relazione alla presunta "ricerchina" di Marco Pellitteri. Detta "ricerchina", a suo dire, dimostrava che il termine "vegano" non era utilizzabile, ma ora vediamo cosa ne pensa la Accademia della Crusca.

                                                                                                                               
[Aggiornamento]
In questo post farò riferimento alle presunte regole grammaticali spiegate da Marco Pellitteri in un suo post pubblicato nella sua pagina personale e pubblica di facebook, ma che in seguito ha rimosso.
Dal canto mio, per spiegare cosa è avvenuto sono costretto a citare alcuni passaggi di quel lunghissimo post rimosso.
In esso, tra le tante cose errate, diceva di aver spiegato queste motivazioni in un suo libro, cito:


Ultimamente l’ho fatto nella IV edizione del mio libro “Mazinga Nostalgia” (tomo II, uscito questo mese [era Aprile 2018, ndr], edizioni Tunué). Prima ancora, lo avevo fatto in due puntate del programma di Radio Rai Tre “La lingua batte” di Cristina Faloci (dell'8 e 15 maggio 2016). Tuttavia, a onor del vero, in “La lingua batte” avevo affermato che la parola “vegano” non è attestata nel doppiaggio storico di “Atlas Ufo Robot”. Devo correggere quest'affermazione, perché in effetti nell'edizione italiana della puntata 24 di “Atlas Ufo Robot” (risalente al tardo 1978) viene usata la parola “vegane” in riferimento alle truppe di Vega.


Si noti che la puntata 24 fu trasmessa il 5 maggio 1978 e non nel "tardo 1978"!
Inoltre, non cita la occorrenza in cui Venusia dice "spia spaziale dei vegani", dimostrando in modo inequivocabile che per 40 anni (dal 1978 al 2018), da esperto, non ha mai visto con attenzione quella puntata.
Questa è una grave mancanza, in quanto Pellitteri ha sottovalutato il fatto che il termine "vegano" è stato usato per la prima volta in un audio/video italiano (in "Atlas Ufo Robot"), utilizzato per la fantascienza, ed antecedentemente alle prime occorrenze riguardanti il movimento vegan in Italia.

Ma rimaniamo in tema.
Nel libro è risultato non esserci le motivazioni riguardanti le regole grammaticali descritte nel post rimosso da facebook, delle quali ora vi cito solo le conclusioni finali di quel lunghissimo post:


C'è una differenza fra aggettivi deonomastici: all'interno di questa categoria, una sottocategoria speciale è quella degli aggettivi deantroponimici, cioè derivati da nomi di persone; questi, nel caso terminino con il suffisso -ano, spesso non vogliono la lettera i davanti, laddove molti degli altri aggettivi deonomastici, in particolare quelli derivati da nomi di luoghi, prevedono il suffisso -iano (e appunto, per questioni eufoniche, in alcuni casi -hiano e -ziano).


Risulta evidente che affidare questa spiegazione solamente ad un post di facebook e poi rimuoverlo, dopo aver venduto il libro, non depone a favore della sua credibilità.
                                                                                                                               


Ed ora, ecco cosa dice la Accademia della Crusca:



Quesito:
Alcuni utenti ci chiedono quale potrebbe essere il nome degli ipotetici abitanti di Vega, anche in considerazione della possibile sovrapposizione con una forma usata per indicare coloro che seguono una dieta esclusivamente vegetale.


Vegano  o veghiano?
Il quesito posto dai lettori potrebbe sembrare ozioso, considerato che il pianeta Vega e i suoi abitanti appartengono esclusivamente alla letteratura fantascientifica, tuttavia apre la strada a vari tipi di considerazione.
Abbiamo nel nostro caso:
 1) un aggettivo “etnico” o di relazione che fa riferimento a un astronimo inesistente se non nella fantasia di alcuni autori e traduttori;
 2) un aggettivo che indica rapporto e correlazione con una stella autentica, Vega (ossia Alpha Lyrae, la più luminosa dell’emisfero celeste boreale dopo Arturo, così battezzata riducendo un sintagma arabo per ‘avvoltoio che plana’), ma in quanto stella evidentemente disabitata;
 3) un aggettivo di conio recente che indica un particolare tipo di persona vegetariana.



Il cappello introduttivo spiega il perché questo quesito, apparentemente futile, è in realtà molto interessante dal punto di vista linguistico e sono molto contento di essere riuscito a trasmettere queste motivazioni.

Nel contempo, aggiungo che ci sono, come vedremo in seguito, anche altri importanti motivi, riguardanti altri ambiti.
Ma proseguiamo nella lettura ...

Come ben evidenziato dagli attentissimi lettori, e in particolare da Italo P. (Bari) a proposito del cartone animato Goldrake (dal 1978), dove l’eroe combatte i nemici provenienti da Vega, gli spettatori attribuivano a questi ultimi il nome di vegani, supportati da qualche puntata in cui veniva usato, appunto, il termine vegani/e. Ma già su alcuni libri dell'epoca era possibile leggere il termine veghiani, generando confusione nel caso esistesse un altro pianeta di nome Veghia.
Ora, qual è il termine più corretto, vegano o veghiano?

Non vi nascondo una punta di orgogliosa soddisfazione nell'essere stato citato
[Italo P. (Bari)] dalla Accademia della Crusca, che ringrazio.
Riguardo la mia domanda relativa a "Veghia", devo aggiungere un paio di note per rendere maggiormente comprensibile il quesito.
Nel febbraio/marzo del 2018, avevo fatto questa domanda prima a Marco Pellitteri e poi alla Accademia:

"Nel caso fossi uno scrittore di fantascienza e dovessi scrivere un racconto dove compaiono due pianeti immaginari Vega e Veghia, come dovrei chiamare gli abitanti dei due pianeti in modo da distinguere gli uni dagli altri?"

Chiaramente, la domanda ha un senso logico perché chi ha qualche nozione in merito sa che la radice di Vega è "veg-" e la radice di Veghia è "veghi-".
Inutile dire che la risposta di Pellitteri, il quale aveva ben compreso di essere in difficoltà, fu molto scomposta e la potete trovare (al netto di una eventuale cancellazione da parte di Pellitteri) nella tediosa quanto infruttuosa discussione QUI su facebook.

Di fatto, la mia domanda ha però sortito l'effetto desiderato perché scopriva il nocciolo della questione, occultato da Pellitteri, ma "snocciolato" dalla Accademia ...

Nella lingua italiana gli aggettivi etnici che indicano genti e popolazioni appartenenti a una città, regione, stato, continente, ecc. presentano una ricchezza notevole di suffissi, come ben evidenziato dal DETI (Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani) di Teresa Cappello e Carlo Tagliavini (Bologna, Pàtron, 1981, ora anche in edizione digitale con introduzione di Paolo D’Achille, Pàtron - in riga edizioni, 2017) e negli studi di Grazia Crocco Galeas (Gli etnici italiani. Studio di morfologia naturale, Padova, Unipress, 1991) e di Franz Rainer (Etnici, in Grossmann-Rainer 2004, pp. 402-408).

Il suffisso di gran lunga più produttivo è -ese, tanto che viene attribuito “a tavolino” nelle guide e negli annuari a quei luoghi che non usano un etnico specifico ma ricorrono alla perifrasi “quelli di ...”.
Seguono con frequenza quasi pari i suffissi -ino e -ano; in Italia troviamo il secondo in romano, pisano, mantovano, padovano, trevisano, ascolano, aquilano, teramano, casertano, friulano, padano, ecc.; e nei doppi suffissi -igiano/-esano (astigiano, parmigiano, marchigiano, ecc.) ed -etano/-itano (napoletano, salernitano, palermitano, cagliaritano, ecc.).

Andrà notato che dove la terminazione è -ianoveneziano, emiliano, siciliano, italiano ecc. – la -i- è parte della radice e non del suffisso. Il suffisso -iano, infatti, non è utilizzato per la formazione di etnici (con rarissime eccezioni esotiche: sahariano). Si è invece specializzato in aggettivi che, lessicalizzando un antroponimo, nome personale o soprattutto cognome che sia, indicano il pensiero, le opere, le caratteristiche, l’adesione alle idee, ecc. di uno scrittore, un artista, uno scienziato, un militare, un politico, uno sportivo, un personaggio dello spettacolo: così manzoniano, dannunziano, felliniano, mussoliniano, berlusconiano, salviniano e via dicendo (si tratta di centinaia di voci registrate nei dizionari e migliaia attestate in rete).
Pertanto da un qualsiasi toponimo ed anche astronimo Vega ci attenderemmo vegano e non veghiano

Qui la risposta della Accademia della Crusca è chiara e netta.
Ho evidenziato quello che avevo già intuito da semplice lettore, ma che, evidentemente, necessitavo di una conferma da veri esperti in linguistica.

La conferma è arrivata e, anzi,va ben oltre le mie più rosee aspettative, perché l'Accademia dice che NON ESISTE il suffisso "-iano" quale suffisso al toponimo/astronimo Vega.
Il problema, infatti, nasceva dalle ipotesi errate dello scrittore Marco Pellitteri che, ad esempio, in una intervista del 29 marzo 2018, per la webradio "Radioanimati",

[ Vedi: https://eglifalco.blogspot.com/2019/08/lesperto-inesperto.html ]

aveva detto (cito):

Ho spiegato in un post su facebook che dovrò tramutare in articolo da pubblicare da qualche parte, non sono un linguista ma ho fatto qualche mia "ricerchina" e ho verificato che, per quanto riguarda proprietà relative ad ASTRI, quindi, aggettivi basati sulla suffissazione, cioè sulla apposizione di un suffisso relativi a corpi celesti o anche a altre entità paragonabili, si usa una formula "eufonica". Per cui non dirai Giov-ano per dire l'abitante di Giove o una caratteristica del pianeta Giove, ma dirai Giov-iano. Non dirai Saturn-ano ma Saturn-iano, e cosi via.
Lo puoi applicare, praticamente, a tutti i pianeti del sistema SOLARE. Marz-iano, Venus-iano, Terrestre è un'eccezione.

In realtà, avevo già"smontato" questa tesi, ed avevo ragione, usando dei semplici ragionamenti logici, al punto che lo stesso Pellitteri ha, prima, modificato versione nel post citato su facebook, ed in seguito ha cancellato del tutto detto post.
Chiaramente, anche l'atteso "articolo da pubblicare da qualche parte", non è mai stato pubblicato perché era palesemente pieno di castronerie.
Vediamone alcune:

_1_
Pellitteri sosteneva l'esistenza del suffisso "-iano", ma la Accademia della Crusca l'ha categoricamente smentito.
Citazione da Accademia della Crusca:
Il suffisso -iano, infatti, non è utilizzato per la formazione di etnici ...

_2_
Pellitteri, per dare corpo alla sua tesi, ha citato delle non meglio specificate ...proprietà relative ad ASTRI, quindi, aggettivi basati sulla suffissazione, cioè sulla apposizione di un suffisso, relativi a corpi celesti o anche a altre entità paragonabili, ...

In questo senso la risposta della Accademia è stata ancora più chiara, infatti dice:
Il suffisso di gran lunga più produttivo è -ese, tanto che viene attribuito “a tavolino” nelle guide e negli annuari a quei luoghi che non usano un etnico specifico ma ricorrono alla perifrasi “quelli di ...”. Seguono con frequenza quasi pari i suffissi -ino e -ano;...
Va da sé che tra veg-ese, veg-ino e veg-ano, l'unico realmente utilizzabile è "vegano", il quale è, appunto, quello indicato dalla Accademia:
Pertanto da un qualsiasi toponimo ed anche astronimo Vega ci attenderemmo vegano e non veghiano.

_3_
Non esiste alcuna formula "eufonica" per la quale si debba usare un suffisso inesistente come -iano invece di -ano.
Oppure, se esiste, è Pellitteri, un sociologo NON linguista che deve spiegare agli esperti della Accademia della Crusca i risultati della "ricerchina" ... e vi lascio immaginare l'esito.



D'altro canto c'è comunque l'uso conclamato del termine "veghiano", quindi torniamo a leggere il post della Accademia della Crusca ...

Si può tuttavia obiettare che, proprio in campo astronimico, ciò che si riferisce a Venere e a Marte è detto rispettivamente venusiano e marziano, anche se gli aggettivi (o sostantivi nel caso di racconti fantascientifici) sono stati introdotti in italiano attraverso i francesi vénusien e martien; in mercuriano la -i- è parte del nome base; e gli aggettivi gioviano, saturniano, uraniano, nettuniano, plutoniano si sono formati ad imitazione dei primi (ma per la luna si usa selenita). Ecco perché l’uso di veghiano non rappresenta un fatto eccezionale e tanto meno... scandaloso. Inoltre, se gli autori dei racconti fantascientifici hanno usato entrambi i termini, è difficile negare diritto di cittadinanza a uno dei due.



In questa parte della spiegazione troviamo le seguenti informazioni:

1. la conferma alla mia intuizione che in "venusiano" e in "marziano"  il suffisso è sempre -ano e la "i" deriva dalla radice che ha subito una influenza dai termini francesi (rispettivamente "venusien" e "martien")

2. in "mercuriano", il suffisso è, di nuovo, -ano perché la "i" fa parte del "nome base" di "Mercurio" (quindi "mercuri-ano")

3. gli aggettivi gioviano, saturniano, uraniano, nettuniano, plutoniano si sono formati ad imitazione dei primi (venusiano, marziano e mercuriano)

4. si riconferma il fatto che non esiste un suffisso -iano

5. si riconferma il fatto che non esiste alcuna regola grammaticale o formula "eufonica", come enunciato da Pellitteri.

6. se da un lato non rappresenta un fatto eccezionale l'utilizzo di "veghiano", dall'altro, contrariamente a quanto sostenuto da Pellitteri, non è assolutamente errato usare "vegano", il quale, anzi, sarebbe la soluzione più idonea in quanto attesa dagli stessi linguisti; ed era esattamente quello che mi aspettavo, cioè nessuno dei due termini ha il diritto di "paternità esclusiva" e, quindi, nessuno dei due è "automaticamente escludibile".

Però uno "scandalo" c'è !
Infatti, è scandaloso che uno scrittore, Marco Pellitteri, non si preoccupi di andare a fondo nelle sue "ricerchine" e, di fatto, inganni i suoi lettori; ancora peggio se, come ho dimostrato, c'è la volontà di invertire i risultati di una ricerca (dolo?).

Ma, prima di trarre le conclusioni, proseguiamo nella lettura del post della Accademia della Crusca, perché ci sono molti altri punti interessanti ...

Passando all’altra possibile confusione terminologica, chi è nato prima: il ‘tipo di vegetariano’ o ‘ciò che si riferisce all’astronimo Vega’ (inteso sia come stella reale che come pianeta immaginario)? Un po’ di cronologia: vegano in alimentazione, dall’inglese vegan, forma contratta di vegetarian, è voce inventata da Donald Watson nei primi anni ’80 del XX secolo.

Un attimo!
Secondo diverse fonti, tra le quali wikipedia inglese, Donald Watson ha coniato il termine "vegan" nel novembre del 1944. Viceversa, nei primi anni '80, ci sono le prime attestazioni del termine "vegano" in italiano (in relazione al regime alimentare), ma ad opera di italiani.

 Il vocabolario Zingarelli lo registra dal 1998, datandone la prima attestazione nel 1993; il GRADIT nel 1999 lo ignora, ma documenta vegan (sec. XX), veganiano (sec. XX) e veganista (1986), rinviando a vegetaliano (1986), vegetalismo e vegetalista (ancora genericamente al sec. XX). [Per la trattazione di questi termini si rimanda alla scheda di Barbara Patella su questo stesso sito]

Vegano nella fantascienza è anteriore, presente in romanzi e dal 1978 in TV (UfoRobot Goldrake). L’informatissimo sito iVeganiDiVega presenta una lunga lista di romanzi che s’inizia con Guerra nella Galassia (collana “Urania”, 20 aprile 1953, a firma Edmond Hamilton, tit. orig. The Star Kings 1947, trad. Patrizia Dalloro) e si continua con altri 11 titoli prima del 1980, tra cui Il vegano, racconto nella raccolta, sempre di “Urania”, Le strade dell’invasione (1967). Poiché Patrizia Dalloro è uno degli pseudonimi usati da Giorgio Monicelli, curatore della collana (fratello maggiore del regista Mario e inventore del termine fantascienza con un calco dall’ingl. science fiction), è verosimilmente attribuibile a lui la prima occorrenza di vegano.


Ringrazio per l'apprezzamento del mio wiki iVeganiDiVega e preciso che lo pseudonimo citato non è PatriziA ma PatriziO Dalloro.


[Aggiornamento] La ricerca prosegue, a ritmi meno serrati, ed ora il totale dei titoli antecedenti al 1980 sono 15, nei quali ora spicca la presenza di un libro su Star Trek pubblicato nell'Agosto 1978.


Proseguiamo con la lettura del post della Accademia della Crusca ...

Il sito precisa che due occorrenze di vegano, come sostantivo e come aggettivo, figurano nella puntata n. 24 di “Atlas Ufo Robot” trasmessa dalla ReteDue Rai il 5 maggio 1978, a poche settimane dalla pubblicazione del libro Giunti-Marzocco dedicato allo stesso Ufo Robot dove è invece attestato veghiani, probabile adattamento del francese véghiens. Dopo un periodo di convivenza a frequenza simile, veghiano ha continuato ad essere usato nei fumetti prendendo il sopravvento.

I lettori si chiedono cosa accadrebbe di fronte all’invenzione di un astronimo Veghia. E, molto più realisticamente, che fare ora che il termine vegano legato alla dieta registra una crescente diffusione? In entrambi i casi, la risposta è molto semplice: le omonimie sono sempre esistite e non danneggiano una lingua, specie quando i contesti, come in questo caso, possono facilmente dissipare i dubbi. Peraltro, chi oltre a occuparsi di astri e di fantascienza amasse la letteratura (spagnola in particolare) ricorderà il grande commediografo seicentesco Félix Lope de Vega, non tanto per il suo raro aggettivo derivativo, che è semmai lopiano e non vegano/veghiano (anche se nella tesi di dottorato di Francesca De Santis, Il manoscritto magliabechiano VII-353. Edizione e testi e studio, Università degli Studi di Pisa, a.a. 2005-2006, rel. Blanca Periñán, si legge due volte “commedie lopeveghiane” pp. 130 e 271 e una volta “versi lopeveghiani”, p. 185); quanto perché il suo predicato nobiliare rimanda al diffuso toponimo iberico Vega; trattasi di voce prelatina per ‘riviera, terreno basso, piano generalmente attraversato da un fiume’, ben diffuso anche preceduto da articolo o pluralizzato (Las Vegas presso Toledo e nel Nevada), da cui i cognomi Vega, De Vega, De la Vega, Vegas, Veiga e gli etnici come veganos almeno per Vega de Raiponce presso Valladolid.

Tanto vale, allora, divertirsi con la lingua: un blog spagnolo destinato ai vegetariani estremi valorizza la “órbita vegana”, giocando proprio sul bisenso dell’aggettivo e a Madrid un ristorante vegano sorge in calle Lope de Vega.

Enzo Caffarelli


Ed ecco riconosciuta la conclusione a cui ero giunto e per la quale mi battevo tanto:
le omonimie sono sempre esistite e non danneggiano una lingua, specie quando i contesti, come in questo caso, possono facilmente dissipare i dubbi.

Quindi, essendo "vegano" e "veghiano" esattamante equivalenti dal punto di vista linguistico, la scelta di preferire l'uno o l'altro termine è delegata allo scrittore, il quale utilizzerà altri parametri per decidere quale usare.

Ed è qui che interviene la domanda vera che lo scrittore deve porsi:
cosa sto scrivendo?

La stragrande maggioranza dei libri che si scrivono oggi su Atlas Ufo Robot, sono libri di saggistica, tramite i quali si vorrebbe descrivere il "fenomeno" dei robottoni iniziato con Goldrake a fine anni '70.
Quindi la domanda è: come è pensabile descrivere quelle situazioni e quelle emozioni se nei libri si usa "veghiani"???

L'unica risposta che avrebbe un senso è che lo scrittore è una persona simpatizzante del regime alimentare vegetaLiano, altrimenti detta: "vegano"!
Pellitteri è chiaramente un loro simpatizzante, è sufficiente ascoltare integralmente i suoi interventi per rendersene conto.
E non ci sarebbe nulla di male, se solo avesse l'umiltà di ammetterlo!

Infatti, conosco un altro scrittore che è dichiaratamente vegano e dice in tutta onestà: "io preferisco usare -veghiani- quando si parla dei nemici di Goldrake" ... punto!
Però, è una persona onesta e riconosce il fatto che alla fine degli anni '70 tutti usavano il termine "vegani" per indicare i nemici di Goldrake.

Pellitteri, invece, no! Lui era convinto di poter "riscrivere la storia", ma evidentemente ha fatto i conti senza l'oste, perché io c'ero! Pellitteri è classe 1974, io sono classe 1968 ... lui nel 1978 aveva 4 anni ... io ne avevo 10! Mi spiace per lui, ma i miei ricordi sono lucidissimi, non soffro di nessuna "retrodatazione" o "dissonanza cognitiva" !
Per i lettori che non sanno a cosa mi riferisco, li invito a vedere integralmente il mio video: https://eglifalco.blogspot.com/2019/08/lesperto-inesperto.html

E gli scrittori "onnivori"? Perché usano "veghiani"?
Fino ad oggi, quel che è fatto, è fatto, ma da oggi in poi?
Che timore c'è nel voler usare il termine "vegano"?
Forse si teme di "urtare" la sensibilità dei vegani?
E alla sensibilità dei fan, non ci pensate?
Non vorrete farmi credere che temete qualche bullo vegano poco incline al dialogo, perché sarebbe davvero una risposta infantile !

E nei dvd/bluray?
Probabilmente non ci saranno altre riedizioni (mai dire mai), ma se ci fossero?
Davvero è cosi "opportuno" usare il termine "veghiani" se nel cartone animato è stato usato "vegani"???

Ed infine, c'è un altro aspetto che si sta sottovalutando:
il termine "veghiano" sta pian pianino sdoganando i limiti del cartone animato di Goldrake, approdando in tutta la fantascienza italiana.
Ora non ce ne rendiamo conto, ma se non si interviene subito, informando il più possibile, avremo una vera "invasione di veghiani" !

Italo EgliFalco Pellegrino





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